Vicky Vette

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L’essere trasgressiva è una qualità che da sempre contraddistingue la “sostanza” erotica di Vicky. Basta un’occhiata alla sua – eccentrica, formosa ed esuberante – siluette e la prima immagine che viene in mente è proprio quella della trasgressione. 

Trasgressione che in Vicky prende forma durante l’adolescenza e continua durante la maturità, quando lei era stata indirizzata alla carriera di Top Manager dai genitori. 

Un concentrato di eros e dedizione al sesso come non se ne vedono molto spesso.

Vicky è nata a Stavanger, una città norvegese che ha visto aumentare la sua notorietà proprio grazie a quella ragazza bionda di cui non molti si ricordano da quelle parti. Principalmente perché all’età di 5 anni Vicky e la sua famiglia decidono per il trasferimento in Canada, dove lei rimarrà fino all’età adulta tentando la carriera aziendale in ambito dirigenziale. 

All’abilità di dissimulare e di giocare con le apparenze messe in gioco in ambito imprenditoriale, Vicky contrapponeva un’altra abilità, quella amorosa, della quale privilegia – come confessa – il fatto che tutto è come sembra. Non ci sono menzogne.

Con questa idea in testa, e con le pareti del suo ufficio che cominciano a diventare sempre più noiose ed opprimenti, Vicky prende a pensare al settore pornografico. Questa volta non come manager, ma come artista, artista dell’eros. 

Primo imperativo, gli Stati Uniti. Vicky vi si trasferisce insieme al marito, anch’esso sempre più interessato al settore a luci rosse in prima persona. 

È il 2003 quando Vicky partecipa al prestigioso contest Beaver Hunt, promosso dalla rivista Hustler, e lo vince in modo totalmente inaspettato, anche da lei stessa. Vicky infatti nel 2003 ha ben 38 anni. Di attrici che iniziano tardi la propria carriera ce ne sono diverse, e molte raggiungono l’eccellenza proprio grazie alla loro maturità fisica che da sempre è un pallino del pubblico maschile; Vicky, tuttavia, ha un’età davvero molto avanzata: la sua avventura, cominciata con un premio, rimane però una grande scommessa. 

Lei vi si getta con decisione. In quanto a trasgressione non è seconda a nessuno, deve giusto apprendere le basi dei movimenti sulla scena, non di certo quelli sul letto. Insomma, non le manca proprio nulla per esordire in scena con due attori del calibro di Dick Delaware e Alex Roxx in Joey Silvera’s Evil Vault. La casa che produce la realizzazione è la Evil Angel, un biglietto da visita invidiabile. 

Ebbene, l’inizio di carriera è subito degno di nota. Vicky recita spesso in coppia con il marito di allora, tale Frank, con il quale però si ritrova a divorziare poco tempo dopo.

Arrivata ai 40, Vicky non si ferma e fa della sua età il suo punto di forza: è un’attrice unica proprio per questo, non ha bisogno di camuffamenti scenici per interpretare i ruoli della donna matura, e riesce quindi ad eccellere nella categoria MILF. 

Autentica forza della natura ed appassionata del suo fisico, del sesso, della nudità e di quant’altro possa esprimere eros e provocanti emozioni, Vicky è un unicum nel suo genere anche per la bellezza scandinava su cui può investire. 

E per lei arrivano anche molti premi. Nel 2010 è la Migliore Milf secondo il pubblico dei NightMoves Awards, rassegna che nel 2012 la premierà ancora come Star dei Social Media e la iscriverà nella sua Hall of Fame. 

Nel 2014, i fan NightMoves hanno scelto il suo seno – incredibile – come il più sensuale d’America. 

Gli AVN Awards l’hanno invece premiata come Miglior Ragazza del Web nelle esibizioni in solitaria, nel 2014 e nel 2016, anno nel quale viene iscritta nella relativa Hall of Fame. Adesso Vicky eccelle anche in un’altra qualità. I film nei quali il suo nome attira milioni di fan sono ormai quasi 200, ma il suo canale preferito rimane il web: pensate che in tempi non sospetti, nel 2006, Vicky fu una delle prime pornostar ad abbandonare del tutto le produzioni classiche per dedicarsi all’on-line. Una scelta coraggiosa per una che solo da 3 anni girava film a luci rosse, ma che si rivelerà vincente. 

Un ultimo appunto: la sua vera passione sono le corvette. E il suo nome d’arte, che termina con Vette, non è affatto casuale.